Bugiarda: un libro per ricordarci che ogni bugia è una verità di comodo
Stefano Jesurum 26 aprile 2019
«Incredibile, quanto possiamo sapere senza sapere di sapere».
Proprio così. Che la maestria di Ayelet Gundar-Goshen, il suo segreto, stesse nello svelarci questa dirompente verità lo avevo intuito leggendo il potente romanzo “Svegliare i leoni”. Lo trovai avvincente e di una lucidità psicologica assoluta. Ora però penso che la giovane autrice israeliana abbia superato se stessa con “La bugiarda” (Giuntina, traduzione di Raffaella Scardi) – detto per inciso, Ayelet Gundar-Goshen sarà al Teatro Parenti lunedì 13 maggio alle ore 20.
“Bugiarda”, ovvero la sua trama non può essere raccontata per due semplicissimi motivi: si rovinerebbe il gusto di una lettura costellata di suspance né noir né thriller; bisognerebbe, anche solo a riassumere, essere “bravi” come l’autrice… missione impossibile. Per chi ha amato “Svegliare i leoni” segnalo che ancora una volta Ayelet analizza la dimensione psicologica del protagonista fino all’indicibile, gioca e ragiona con la menzogna fino alla sua stessa essenza, vive e fa vivere “ai margini” chiunque compaia. Ed ecco cadere – meglio scivolare – i molti comprimari nella bugia.
Che poi, spesso, la bugia altro non è che una verità di comodo. Infatti c’è comunque una seconda opportunità, nel senso che si paga sempre per ogni cattiva azione compiuta, si espia la colpa e in fondo i personaggi divengono tutti positivi. E chi meglio della psicologa clinica Gunder-Goshen potrebbe condurci nei fantasmagorici meandri dell’inganno?
Chi non ha mai addestrato i propri sensi di colpa fino a trasformarli in un cane addomesticato? Gli «dai da mangiare, lo porti a spasso e in cambio dimentichi che una volta era un lupo».
Stefano Jesurum