Baltico
Di Stefano Jesurum , pubblicato in Moked il 15/04/2021
Legati al mondo scomparso che gli scrittori yiddish e i fotografi alla Roman Vishniac hanno fatto rivivere e tanto amare, probabilmente non credo si sia sufficientemente razionalizzato, contestualizzato, introiettato un universo certamente meno – poco o per nulla – mistico, religioso, ortodosso, ma non per ciò meno potentemente intriso di ebreitudine. Certo, molti sanno, per dire, che la “scuola di Odessa” ha regalato al mondo alcuni tra i più grandi violinisti di sempre – Heifetz, Milstein, Zimbalist, Elman, Oistrakh e Kogan – oppure, chessò, che Claudio Magris ha riempito pagine indimenticabili descrivendo la simbiotica culla jüdische-mitteleuropea di tanta letteratura. Però è leggendo un libro non recentissimo dell’olandese Jan Brokken che mi si sono aperte finestre finora rimaste chiuse per ignoranza (“Anime baltiche”, traduzione Claudia Cozzi e Claudia Di Palermo, 472 pagine, Iperborea). In realtà l’autore ci guida in uno stupefacente tour attraverso Lettonia, Estonia, Lituania, per le strade e le piazze di Riga, di Vilnius, di Kaliningrad, di Tallinn, nella vita di nuclei familiari, storie nella Storia, tormentate vicissitudini di stati passati dall’indipendenza al dominio russo e poi tedesco per ritornare sotto l’Unione Sovietica, fino alla agognata indipendenza. Ambienti, culture, “sentire”. Anime, appunto, rimaste tali anche nelle fughe oltre confine.
Così Brokken ricostruisce esistenze straordinarie di donne e uomini celebri e di persone comuni attraverso il viaggio in una terra invasa e contesa, dove la violenza del passato è stata combattuta con l’arte, la poesia e la musica. Gidon Kremer e il suo violino, Roman Kacev di Vilnius, per noi Romain Gary, lo scultore Jacques Lipchitz, Hannah Arendt di Kaliningrad, il pittore Mark Rothko (Rothkowitz prima dell’emigrazione), Chaïm Soutine, parecchi altri i cui nomi non sono divenuti famosi. Brevi periodi di fasti, fughe, nascondigli, quartieri rasi al suolo, famiglie cancellate. In gran parte ebrei. Con i loro bambini, la loro privacy, i traumi infantili, le vicende sentimentali, i successi e le sconfitte. Con un legame nascosto ma evidentemente indissolubile con chi era già qui scappato ai pogrom. Si diceva, i mondi scomparsi…
Stefano Jesurum
Jan BROKKEN
Scrittore e viaggiatore olandese, noto per la capacità di raccontare le vite di personaggi fuori dal comune e i grandi protagonisti del mondo letterario e musicale, ha pubblicato numerosi libri che la stampa ha avvicinato a Graham Greene e Bruce Chatwin, come Jungle Rudy, il suo primo successo internazionale. Iperborea ha inoltre pubblicato Nella casa del pianista, sulla vita di Youri Egorov, Il giardino dei cosacchi, sul periodo siberiano di Dostoevskij, il bestseller Anime baltiche, viaggio in un cruciale ma dimenticato pezzo d’Europa, Bagliori a San Pietroburgo, dedicato alla grande città della musica e della poesia russa, e I Giusti, reportage sull’operazione di salvataggio del 1940 che coinvolse più di ottomila ebrei.