Opinioni : In my name
Stefano Jesurum
In my name (secondo uno dei più profondi insegnamenti dell’ebraismo, ovvero quello della – per me sacra – responsabilità individuale) considero la lettera dell’ormai noto gruppo di giovani ebree e ebrei italiani ( NotInOurNames) innanzittutto una sciocchezza, oltre che un grave errore politico, inopportuna, controproducente, offensiva.
In my name giudico tempi e contenuti della pubblicazione un oggettivo appoggio sia all’antisemitismo mascherato da accusa alle scelte politiche dello Stato di Israele sia una mano tesa a quella parte delle nostre Comunità da anni obnubilate da un acritico osanna a qualsiasi mossa di Gerusalemme.
In my name penso sia una colpevole miopia mischiare fatti e storie che andrebbero invece tenute ben separate se non si vuole regalare una buona carta a chi, sono certo, i firmatari vogliono opporsi. Gli sfratti a Sheikh Jarrah e l’insensata e provocatoria repressione della polizia sulla Spianata delle Moschee pochissimo o nulla c’entrano con gli oltre tremila criminali missili lanciati finora da Hamas e Jihad – fosse solo ché un simile spaventoso arsenale non si prepara e posiziona in pochi giorni.In my name supplico questi giovani di lavorare all’interno della sinistra – a cui palesemente si rifanno – e alle loro Comunità per combattere l’ignoranza e i pregiudizi imperanti e portatori di antisemitismo e islamofobia.
In my name chiedo ancora una volta ai vertici comunitari e ai nostri rabbanìm di fermare le ondate di odio che dalle nostre fila aggrediscono troppo spesso correligionari che non si adeguano al mainstream: un miscuglio, che a me fa paura e orrore, di metodologia squadrista, ignobili insulti legati a dati personali privatissimi, segnali di plebea invidia sociale – tutti ingredienti tipici di identikit intolleranti e illiberali, insomma per nulla democratici.
In my name agisco e prego affinché il maggior numero di noi si convinca che lontano da noi si stanno confrontando da decenni due torti e due ragioni, opposti ma che se non verranno risolti pacificamente porteranno sempre e soltanto morte e dolore, sofferenza e ingiustizie.
In my name affermo con convinzione: è vero, a volte gli ebrei sono (siamo) esasperanti, demenzialmente litigiosi, ottusamente sordi. Però ricordo che Rashì, nel suo commento all’incarico che Mosè fa al suo successore Giosuè, scrive che egli gli disse: «Sappi che loro [il popolo che stai per condurre] sono importuni e contenziosi». Ma gli disse anche: «Tu sei fortunato perché avrai il privilegio di condurre il popolo di Dio in persona». In my name. Un ebreo orgogliosamente di sinistra, sionista, che ama Israele e odia qualunque ingiustizia e sopraffazione.
20 Maggio 2021