Radio Popolare intervista Luciano Belli Paci
Trovate qui l’intervista di Radio Popolare a Luciano Belli Paci di oggi 23 Marzo 2024
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Trovate qui l’intervista di Radio Popolare a Luciano Belli Paci di oggi 23 Marzo 2024
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Claudio Scaccianoce , Gli Stati Generali
22 Marzo 2024
Si è tenuta a Milano nella serata di giovedì 21 marzo la presentazione del manifesto nazionale “Dal 7 ottobre alla pace”, documento programmatico di “Sinistra per Israele”.
L’evento è stato ospitato nei locali milanesi del Circolo Caldara di via De Amicis, ambito protetto da un nutrito schieramento di forze dell’ordine pronte a tutelare i partecipanti da eventuali contestazioni che in qualche modo erano state annunciate nel corso della giornata.
Per prima cosa cerchiamo di capire cosa sia “Sinistra per Israele”.
Leggiamo nel sito internet dell’associazione: “Sinistra per Israele raccoglie il testimone dal gruppo omonimo costituitosi all’indomani della guerra dei sei giorni, si propone due obiettivi: sviluppare la conoscenza delle posizioni della sinistra israeliana e la solidarietà nei confronti del “campo della pace” in Israele, contrastare i pregiudizi antiisraeliani, antisionisti e talora perfino antisemiti nella sinistra italiana”.
Nel novembre 2005 Sinistra per Israele fissa undici principi che ne definiscono il campo d’azione in modo molto netto e chiaro, una sorta di statuto e di road map. (https://www.sinistraperisraele.com/chi-siamo/#)
Primi firmatari Giorgio Napolitano, Giuliano Amato, Piero Fassino, Sandra Bonsanti, Enrico Boselli, Peppino Caldarola, Furio Colombo, Umberto Eco, Emanuele Fiano, Gad Lerner, Adriano Sofri, Walter Veltroni, Gustavo Zagrebelsky, Giorgina Arian Levi, Luciano Belli Paci, Felice Carlo Besostri, David Bidussa, Daniele Bonifati, Ugo Caffaz, Marco Campione, Massimo Chierici, Gabriele Eschenazi, Claudia Fellus, Giuseppe Franchetti, Giorgio Gomel, Paola Jarach Bedarida, Victor Magiar, Francesco Mariotti, Enrico Modigliani, Fabio Nicolucci, Francesca Romani, Bruno Segre.
Rileggere oggi i punti programmatici del 2005 aiuta molto la corretta comprensione del Manifesto nazionale “dal 7 ottobre alla pace” presentato in questo marzo 2024.
In questi momenti, traumatici e divisivi, fare sintesi espone al rischio di non sottolineare adeguatamente qualche passaggio. Quando ogni parola pesa è preferibile proporre i documenti nella loro interezza, limitando il lavoro di sintesi giornalistica alle opinioni e alle dichiarazioni dei singoli partecipanti.
Il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso e le drammatiche conseguenze dell’operazione militare sulla popolazione palestinese hanno determinato una spirale che va immediatamente interrotta attraverso un accordo di cessate il fuoco che consenta la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e l’inoltro alla popolazione civile di Gaza, in condizioni di sicurezza, degli aiuti umanitari.
È la drammaticità degli eventi a imporre l’urgenza di una risposta razionale, progressista, tesa ad affermare il principio di una pace possibile, indispensabile per tutti i popoli della regione. La risposta che auspichiamo poggia su due ineludibili presupposti.
Il primo riguarda il giudizio sulla strage del 7 ottobre, che non viene dal nulla ma che, al contrario, si inscrive nella strategia di Hamas che, sin dal suo statuto fondativo, rifiuta ogni forma di compromesso e ogni prospettiva di pace, perseguendo la cancellazione dello Stato di Israele e predicando l’uccisione degli ebrei. Hamas tuttavia non rappresenta tutto il popolo palestinese. A maggior ragione la ricerca di una soluzione di pace va perseguita con determinazione.
Per rimettere in moto il percorso di pace — è il secondo presupposto — occorrono leadership credibili. Innanzitutto, è necessario che una rinnovata leadership palestinese dell’ANP — unico interlocutore per la pace oggi internazionalmente riconosciuto — superi le ambiguità che hanno concorso al fallimento degli accordi di Oslo. Così come sono essenziali un atteggiamento cooperativo del mondo arabo, sulla scorta degli Accordi di Abramo, e un impegno attivo dell’intera comunità internazionale, superando troppe inerzie. Allo stesso tempo, è necessaria una nuova leadership israeliana che creda nella convivenza di due Stati per i due Popoli. Le politiche perseguite dal governo Netanyahu, la prosecuzione dell’occupazione della Cisgiordania, l’espansione degli insediamenti di coloni e il pervicace rifiuto della nascita dello Stato palestinese sono incompatibili con soluzioni di pace.
Anche per queste ragioni di stringente attualità, Sinistra per Israele — che fin dalla sua fondazione si è battuta per una soluzione di convivenza e di pace — ribadisce oggi i seguenti principi e obiettivi, rivolgendosi a tutti coloro che in questi mesi terribili condividono la nostra medesima urgenza.
— Riaffermiamo come irrinunciabile il diritto di Israele a esistere, riconosciuto dai suoi vicini, e a vivere in sicurezza nei propri confini. Si tratta di un diritto non scontato, ma anzi minacciato quotidianamente da organizzazioni terroristiche e forze politiche radicali in ogni parte del mondo, manovrate soprattutto dal regime iraniano. Il diritto di Israele a esistere è tutt’uno con il diritto del popolo palestinese a un proprio Stato indipendente a fianco di Israele, come stabilito dalle Nazioni Unite e dagli accordi di Oslo e Washington del 1993. Proprio perché su quella terra vivono due diritti ugualmente legittimi, l’obiettivo di «due popoli due Stati», il mutuo riconoscimento di due ragioni, è ancora e sempre il nostro orizzonte e la soluzione da perseguire.
— Le radici di Israele affondano in una storia che i progressisti europei devono sapere riconoscere e valorizzare. Il sionismo è stato il legittimo movimento di liberazione nazionale e sociale del popolo ebraico e in esso sono vissuti e tuttora vivono i valori di uguaglianza, giustizia, liberazione umana della sinistra democratica e del progressismo. Vivono, come nella straordinaria esperienza dei kibbutz, il progetto e il sogno di una società più giusta, di donne e uomini liberi ed eguali. Soltanto la conoscenza delle radici di Israele può arginare i pregiudizi anti-sionisti e anti-israeliani che albergano nella società italiana, anche a sinistra e nel campo progressista, e che si manifestano attraverso forme antiche e nuove di delegittimazione, di ostilità, quando non di aperto antisemitismo.
— Come per tutte le democrazie, il giudizio sullo Stato di Israele non deve coincidere con quello sul suo governo in carica. Israele è fin dalla sua nascita una democrazia fondata su valori liberali e progressisti, in una regione fortemente segnata da regimi autocratici. Anche le continue e straordinarie mobilitazioni della società israeliana testimoniano una robusta e radicata cultura democratica e la possibilità concreta di restituire a Israele una politica aperta a un vero processo di pace. Il più drastico giudizio sulle politiche di Netanyahu non può in alcun modo tradursi nella negazione del diritto all’esistenza dello Stato di Israele, né tantomeno nella colpevolizzazione degli ebrei che vivono in ogni parte del mondo.
Questo è il nostro impegno per la pace, oggi e sempre, per due Stati per i due popoli.
L’evento è stato presieduto da Luciano Belli Paci che ha ringraziato per la partecipazione il pubblico intervenuto, numeroso forse oltre ogni aspettativa, che ha gremito la sala conferenze di via De Amicis, così come gli organizzatori e le forze dell’ordine “presenti qui con noi perché viviamo tempi molto difficili”.
Prima a prendere la parola l’on. Lia Quartapelle (componente della III commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati).
“Parto da una frase che ho sentito ripetere molte volte in queste giornate, dal 7 di ottobre a oggi. Immagino che l’abbiate sentita in tanti anche voi e che forse l’abbiate anche pronunciata. —Non vedo altra alternativa, non vedo come potremmo fare altrimenti—
Questa è una frase che mi è stata detta da diversi amici israeliani e da rappresentanti delle istituzioni, ma che ho sentito pronunciare anche nel dibattito pubblico da parte dei sostenitori della causa palestinese. Anch’io, come penso molti di voi qui questa sera, davanti a questa tragedia della guerra tra Israele e Hamas, che è una parte di una tragedia più ampia, la guerra israelo-palestinese, sono arrivata a chiedermi se è vero che non esiste un’altra alternativa, sono arrivata a chiedermi se vedremo mai la fine di questa storia nel corso della nostra vita. Se siamo qui questa sera, tutti insieme, è perché noi speriamo e vogliamo che ci sia un’alternativa.
“Sinistra per Israele” è un’associazione politica, è un percorso politico, perché l’alternativa al terrorismo di Hamas si fa con la politica. L’alternativa alla guerra infinita di Netanyahu con il suo carico di morte e di distruzione, con la mancata sicurezza e normalità per Israele si deve raggiungere attraverso la politica.
Riconoscere che nel Medio Oriente ci sono due ragioni che devono convivere vuole dire proporre un’alternativa. Per Israele deve esistere un’alternativa perchè non è possibile che continui a vivere un’esistenza perennemente minacciata e messa in discussione dai propri vicini. Altrettanto vale per i palestinesi, anche per loro deve esserci un’alternativa al terrorismo di Hamas.
In questi giorni, in queste settimane, da quando abbiamo lanciato questo appello, in tanti ci hanno chiesto perché “Sinistra per Israele”. Lo diceva prima Luciano Belli Paci, questo nome sembra una provocazione, è stato vissuto da alcuni come una provocazione. C’è una minoranza che ritiene (lo sentiamo ripetere anche dai contestatori che sono in strada) che l’accostamento delle parole sinistra e Israele sia una blasfemia. Noi nasciamo anche per contrastare l’ignoranza che c’è dietro questa idea. Perché Israele è nato dalla sinistra, è nato dalla sinistra russa, dalla sinistra ucraina e dalla sinistra europea.
“Sinistra per Israele” perché noi non vogliamo che in Italia succeda come in Francia, dove gli ebrei sono minacciati e portati a fuggire. Quello che abbiamo visto all’Università di Torino in questi ultimi giorni è un segnale molto profondo e molto preoccupante.
Israele è una storia di valori della sinistra, una storia di resistenza, di condivisione, di socialismo, di emancipazione, di patriottismo. Sinistra e Israele stanno insieme perché chi ha provato a dare sicurezza a Israele è stata la sinistra, è stato Rabin, quello straordinario premier che ha pagato con la vita la sua volontà di pace e di sicurezza per il suo Paese. “Sinistra per Israele” non è solo radici, non è solo tradizione nobile, è anche il presente e speriamo il futuro.
In Israele prima del 7 di ottobre ci sono state 29 settimane di manifestazioni per la democrazia, una cosa che non si era mai vista prima, qualcosa che ha scaldato davvero il cuore in una fase in cui le democrazie in tutto il mondo vivono una crisi molto profonda. “Sinistra per Israele” infine è perché chi mette in pericolo Israele in questo momento (al di là di Hamas) è Netanyahu, un uomo che ha isolato Israele come mai prima per garantirsi la sopravvivenza politica, pronto a continuare il disastro strategico che purtroppo stiamo vivendo.
Noi continueremo in questo percorso che è un percorso di dialogo tra la sinistra italiana e la sinistra israeliana, è un percorso di dialogo sulla democrazia, è un percorso che speriamo diventi anche un dialogo di pace con gli stessi palestinesi. Speriamo che voi vogliate essere con noi anche nelle prossime tappe perché c’è bisogno di “Sinistra per Israele”.
La serata è proseguita con un saluto di Roberto Cenati, per tredici anni Presidente dell’ANPI milanese (Associazione nazionale partigiani d’Italia) recentemente dimessosi dicendosi in dissenso con alcune parole d’ordine espresse in diverse manifestazioni dell’associazione sul tema del conflitto israelo-palestinese e in particolare modo sull’uso del termine “genocidio”.
“Condivido pienamente il documento illustrato da Lia Quartapelle nella sua introduzione. Il 2 marzo ho rassegnato le dimissioni da Presidente dell’Ambito Provinciale di Milano ANPI e da Presidente del Comitato Permanente Antifascista, che è l’organismo che promuove le celebrazioni del 25 aprile ogni anno oltre a promuovere il Giorno della Memoria. È stata per me una decisione molto sofferta maturata in disaccordo con la linea tracciata dall’ANPI nazionale che ha inserito nelle sue parole d’ordine e nei suoi slogan “impedire il genocidio”.
Genocidio è un termine che deve essere usato con estrema attenzione, con estrema cura, perché io sono convinto che, nonostante di quello che sta succedendo, a Gaza non si sta verificando il genocidio di un popolo…
Io credo che la parola genocidio sia profondamente sbagliata in questa situazione pur grave che c’è nella striscia di Gaza… il termine ha un significato ben preciso, vuol dire “sterminio programmato scientifico di un intero popolo, dalla prima all’ultima persona”, come è stata la Shoah. Non è questo l’obiettivo che ci stanno proponendo le forze israeliane, ma quello di eliminare Hamas, non certo di sterminare un popolo…”
E’ quindi seguito l’intervento del Segretario di “Sinistra per Israele”, Emanuele Fiano che ha proposto un lungo e articolato intervento caratterizzato anche da una attenta ricostruzione storica delle relazioni tra israeliani e palestinesi.
“… La storia che sta dietro i drammatici giorni che vive il Medio Oriente è un susseguirsi di molti, moltissimi, troppi decenni di guerre, di armistizi, di accordi, di tragedie, di stragi, di attentati, di ecatombe… Niente di ciò che è avvenuto prima di noi, prima di questa sera, è slegato da ciò che accade ogni giorno sotto i nostri occhi.
… Nessuno di noi potrà mai dimenticare le immagini che ha visto, se le avete viste, del massacro sadico e disumano del 7 ottobre nel sud Israele. Nessuno di noi potrà dimenticare le immagini e i filmati delle violenze sessuali, dello strazio dei corpi, delle mutilazioni. Delle case bruciate con dentro le persone, delle grida “all’ebreo, all’ebreo”, dei civili che entrano in territorio israeliano al seguito dei terroristi armati di Hamas e che anch’essi come loro compiono violenza. Nessuno di noi può far finta di non sapere come quegli attimi e quelle violenze hanno acceso nella percezione di Israele e degli ebrei nel mondo una lampadina che rischiarava il ricordo dei tempi terribili del secolo scorso.
…Nessuno di noi può dimenticare le immagini e le sofferenze che si riferiscono oggi alla popolazione civile di Gaza. Pur conoscendo e sapendo della responsabilità di Hamas, dell’uso dei civili come scudo, delle infrastrutture militari di Hamas, delle loro rampe di lancio, dei magazzini delle loro armi, dei rifugi dei loro capi mescolati o costruiti dentro o sotto le infrastrutture civili, sanitarie e religiose, va detto tutto questo, non possiamo essere ciechi di fronte alla violenza tremenda, ai lutti spaventosi, alla sofferenza per fame e privazioni che soffre da molti mesi la popolazione civile di Gaza.
Di fronte a tutto questo, “Sinistra per Israele” lo ha scritto nel manifesto, noi chiediamo un cessate il fuoco che permetta la liberazione degli ostaggi israeliani, questo tassello dimenticato di questi orrori, che possa permettere ogni aiuto possibile, umanitario alla popolazione.
… Quello che oggi appare lontanissimo, e cioè la convivenza nella pace tra due Stati per i due popoli, rimane per noi l’unico obiettivo possibile. Esso necessita di un cambio politico del governo dello Stato di Israele, che ovviamente ha sfidato la volontà democratica dei suoi cittadini, ed anche un cambio di forza, di atteggiamento e di coerenza da parte dell’autorità nazionale palestinese e di un cambio di atteggiamento dei paesi arabi moderati, che pure avevano iniziato un percorso, oltre a un cambio di ruolo delle Nazioni Unite che non hanno in questo momento un atteggiamento equilibrato su questo conflitto.
… Noi continueremo a considerare come primario l’obiettivo di una pace tra i due popoli in due Stati. Rimane a tutt’oggi un obiettivo che pare a ognuno di noi difficilissimo, se non irrinunciabile, ma rimane lo stesso.
E’ stato quindi il momento del collegamento con Israele e con Manuela Dviri, nota giornalista e scrittrice italiana naturalizzata israeliana, che da moltissimi anni risiede in Israele.
In un dialogo a distanza con Lia Quartapelle Manuela ha ripercorso i momenti immediatamente successivi alle stragi del 7 ottobre.
“Il 7 di ottobre è arrivato per Israele e noi in qualche modo siamo ancora fermi a quel 7 ottobre. Forse per la prima volta abbiamo sentito in modo così forte il pericolo esistenziale di Israele, cioè il pericolo che Israele potesse non esistere più perché quello che abbiamo visto quel giorno, e ci abbiamo messo parecchi giorni a vederlo, a capirlo, era un odio che non immaginavamo che esistesse.
Io vivo in Israele ormai da più di 50 anni, le guerre le ho viste come le hanno viste e superate le persone della mia età, ma questa volta è stata una cosa completamente diversa. Abbiamo provato una grande paura e anche una specie di vergogna. Com’è possibile che non ci fosse nessuno che ci potesse salvare, che potesse salvare le persone che erano lì di fronte alla striscia di Gaza? Dov’era l’esercito? …Sono stati dei giorni terribili che nessuno di noi ha ancora dimenticato.
… Credi ancora nella pace? Diceva il vecchio Simon Peres che il pessimista e l’ottimista moriranno lo stesso giorno, ma l’ottimista avrà vissuto meglio. L’ottimismo è quello a cui dobbiamo credere, dobbiamo crederci anche se sembra veramente difficile”.
Al termine di un saluto dell’on. Ivan Scalfarono di Italia Viva e del console onorario di Israele in Italia Marco Carrai, le conclusioni sono state esposte dall’on. Piero Fassino.
“ Siamo tante e tanti questa sera. Questo dimostra che “Sinistra per Israele” risponde a un’esigenza, l’esigenza di far sentire la voce di quanti a sinistra credono in noi. “Sinistra per Israele”, come è stato ricordato bene da Lia e da Lele, ha una storia lunga, e saluto anche io Franchetti che ebbe l’intuizione di dare vita a questa associazione tantissimi anni fa.
Questa sigla oggi appare a chi non conosce la storia, a chi non sa, quasi una forma di provocazione. E allora bisogna dire subito una cosa chiara. “Sinistra per Israele” non significa sinistra per Netanyahu. È un punto chiaro per noi, forse non è chiaro invece per chi ci guarda, per coloro che ci guardano e pensano che avere nella nostra sigla la Stella di Davide significa che noi siamo – acriticamente – a sostegno di qualsiasi cosa Israele faccia o dica. Bene, non è così.
…Io penso che noi siamo di fronte a una situazione che ha conosciuto un arretramento drammatico, perché siamo tornati a prima di Madrid. Abbiamo invece il dovere di fare una battaglia perché non si smarrisca l’unica strada possibile. Quello che è successo ha scavato un solco profondo di rancore, di odio, di desiderio di vendetta, di sfiducia che sarà difficile da colmare.
Dovremo farlo, ma bisogna sapere che sarà molto complicato. Però non c’è un’altra strada. L’unica strada possibile è quella di riconoscere che ci sono due ragioni da far convivere e che quindi la coesistenza dei due stati è l’unica strada che può dare quella stabilità e quella pace che fino ad oggi non c’è.
…Io credo che noi dobbiamo dire con grande chiarezza, perché è coerente con tutto quello che abbiamo detto sinora, che se si vuole fare la pace abbiamo bisogno di una nuova leadership israeliana di pace. Ma dire questo ed essere molto severi con Netanyahu non può significare il negare il diritto di Israele di esistere.
… Dobbiamo combattere contro chi ha queste idee, anche per contrastare il paradosso secondo cui adesso il difensore migliore di Israele è la destra, la destra che è erede di quelli che li hanno mandati nelle camere a gas. Per carità, va bene tutto. Se la destra italiana ed europea ha cambiato posizione e oggi riconosce il valore israeliano siamo felici, ma non è che resettiamo la memoria.
… Nel nostro paese noi abbiamo bisogno di mettere in campo un’iniziativa politica, come stiamo facendo, che deve avere un’attenzione culturale, pedagogica, formativa, perché tutto quello che abbiamo detto questa sera contrasti con quel patrimonio purtroppo largamente diffuso, non dico comune, di pregiudizi manichei, stereotipi, di rappresentazioni di comodo che naturalmente vengono legittimate dal dramma che si è consumato a Gaza. Ma è esattamente questo ciò che noi dobbiamo sconfiggere e non accettare e quindi fare in modo che a Gaza ci si fermi. E a partire dal cessate il fuoco si imbocchi in una strada diversa, una strada che può consentire un’evoluzione politica in Israele.
NdR: I passi “virgolettati” riportati in questo articolo sono la fedele trascrizione di dichiarazioni raccolte tramite registrazione vocale. Ovviamente si tratta di stralci di esposizioni molto più estese che sarebbe stato impossibile trascrivere nella loro completezza per motivi di spazio redazionale.
Coloro che avessero il desiderio di ascoltare in versione integrale il convegno di “Sinistra per Israele” possono farlo attivando questo link: https://www.radioradicale.it/scheda/723918/presentazione-del-manifesto-nazionale-dal-7-ottobre-alla-pace
Saranno condotti alla benemerita pagina di Radio Radicale che ha curato la registrazione integrale della serata.
Massimiliano Boni da riflessimenorah.com
Si è svolto ieri pomeriggio a Roma, presso il palazzo della Provincia, il lancio pubblico del manifesto di Sinistra per Israele “dal 7 ottobre alla pace”. L’appuntamento, organizzato dalla sezione romana di Sinistra per Israele, ha visto la partecipazione di oltre 120 persone venute ad ascoltare gli interventi di alcuni degli oltre 1200 aderenti al manifesto.
Moderati da Victor Magiar, Flavia Di Castro e Aurelio Mancuso, e dopo una breve introduzione di Massimiliano Boni, il primo intervento è stato di Silvia Berti, storica, che ha evidenziato il grande dolore provato in questi tempi in cui Israele, colpito dal terrorismo di Hamas, subisce anche l’offensiva ideologica di chi sovverte il significato delle parole, utilizzando ad esempio il termine sionista come un’offesa, cancellando così una lunga tradizione che vede il sionismo nato all’interno del pensiero socialista, e che si esprime purtroppo soprattutto nelle università.
Berti, dopo aver ricordato le varie posizioni espresse sul conflitto negli Stati Uniti, ha concluso il suo intervento spiegando che la sua convinta adesione al manifesto è mossa anche dalla necessità di promuovere una nuova leadership politica in Medio Oriente, ma soprattutto dal dovere morale di ciascuno di impegnarsi perché venga impedito un nuovo tentativo di sterminio degli ebrei, dopo quello della Shoah.
Anselmo Calò, imprenditore e già vice presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha provato a spiegare il sentimento provato oggi dagli israeliani, smarriti dopo il 7 ottobre, anche perché alle loro spalle non è presente la lunga storia di persecuzioni e pogrom come quella conosciuta dagli ebrei europei. È per questo che dopo l’attacco di Hamas gli israeliani vivono ancora una situazione di incertezza e di timore per la stessa sussistenza dello Stato ebraico, oltre che per la loro personale incolumità.
Calò ha ricordato inoltre che sono oltre 150.000 i cittadini israeliani che ancora non possono fare il ritorno nelle loro case e che se tale situazione di incertezza e di timore non verrà eliminata non sarà possibile neppure percorrere la strada per la pace. Strada, ha concluso, sbarrata anche dall’attuale governo Netanyahu, influenzato e guidato dall’ala più estremista, ispirata a un messianismo fanatico che, scontrandosi con quello islamico, impedisce ogni soluzione politica.
Valentina Caracciolo, assessore Pd al secondo municipio di Roma, ha spiegato come abbia aderito fin dall’inizio al manifesto, nel quale si riconosce in pieno, specialmente nell’obiettivo di riavviare un percorso che porti alla formazione di due Stati per due popoli, il che significa che innanzitutto occorre il pieno riconoscimento dello Stato ebraico e del suo diritto a vivere in sicurezza.
Ha poi evidenziato come si stia ormai facendo un uso virale e superficiale di parole come genocidio o un uso dispregiativo della parola sionista. Anche durante la celebrazione dello scorso 8 marzo è stato evidente il tentativo di molte organizzazioni femministe di passare sotto silenzio la violenza ripetuta e terribile subita dalle donne israeliane. Sinistra per Israele deve porsi dunque anche l’obiettivo di portare le istanze del manifesto all’interno del Partito democratico, dove purtroppo a volte si rischia che passino letture superficiali e sbagliate; nonché sostenere, in Israele, tutti i cittadini che da oltre un anno si battono per il cambio di governo.
Valeria Fedeli, già vice presidente Pd del Senato, ha evidenziato che il manifesto di Sinistra per Israele ha soprattutto tre pregi: la chiarezza con cui sottolinea l’obiettivo di due popoli per due Stati; l’efficace ricostruzione storica del percorso intrapreso, che già prima degli accordi di Oslo ha sempre sostenuto le ragioni dei due popoli; e infine la sottolineatura delle radici comuni fra la sinistra e il sionismo.
Ha poi evidenziato con preoccupazione la violenza registrata negli ultimi giorni, con gli attacchi sulla stampa a Liliana Segre, e quelli fisici che hanno impedito a Maurizio Molinari e David Parenzo di parlare in due atenei italiani.
Si pone dunque la necessità, innanzitutto per la nostra Repubblica, di intervenire nei programmi scolastici, ha concluso Fedeli, facendo in modo, ad esempio, che nelle scuole si arrivi a studiare anche il ’900, per comprendere la storia degli ebrei e del nostro passato.
Claudia Mancina, filosofa, ha evidenziato il pericolo che il radicalismo ideologico si diffonda negli atenei italiani, così come sta prendendo piede negli Stati Uniti. A questa forma di antisemitismo sembra saldarsi anche una matrice antioccidentale, che fa di Israele l’avamposto dell’occidente in Medio Oriente.
Quanto all’obiettivo politico del manifesto, la nascita di due Stati per due popoli, ha rimarcato come seppure si riuscirà a sradicare il terrorismo di Hamas da Gaza, occorrerà poi riuscire a sradicare anche l’ideologia antioccidentale dai giovani palestinesi.
Gennaro Migliore, parlamentare di Italia Viva, ha sottolineato come Sinistra per Israele debba sapersi porre senza timore l’obiettivo di fare del manifesto una piattaforma di azione politica. Ha ricordato come nella sua storia politica è stato sempre presente, fin dall’inizio, l’importanza della tutela di Israele.
Quanto alla situazione attuale, ha evidenziato i collegamenti di Hamas con l’Iran, gli Houti e altre organizzazioni terroristiche e che la sua gestione del territorio a Gaza è simile a quella delle organizzazioni mafiose. Si è detto pertanto favorevole all’inasprimento delle sanzioni contro l’Iran e al tempo stesso ha affermato quanto sia importante, anche a sinistra, riconoscere l’importanza degli accordi di Abramo. Ha infine espresso un giudizio severo sul governo Netanyahu e, guardando alla politica italiana, ha sollevato dubbi circa la possibilità che si possa creare un’alleanza a sinistra fra partiti che non condividono le linee generali di politica estera.
Andrea Romano, docente universitario e già parlamentare Pd, ha evidenziato come il manifesto esprima in maniera razionale un progetto politico progressista e che la sua utilità stia anche nel mettere in guardia dal rischio presente di antisemitismo a sinistra, un rischio che si riconosce ad esempio in posizioni antioccidentali. Al contrario, la realtà di Israele dimostra che nel paese esiste una componente robusta contraria a Netanyahu e che essa va sostenuta contro il governo attuale animato da ideologie razziste. Ha ricordato poi come L’Europa di oggi non debba dimenticare di essere stata costruita sulle macerie della seconda guerra mondiale e in particolare della Shoah.
Sostenere Israele oggi, ha spiegato, significa anche evidenziare come l’identità ebraica non vada legata, come spesso tendono a pensare i detrattori di Israele, a un’immagine esclusivamente vittimistica. Ha concluso spiegando che il manifesto di Sinistra per Israele diventi uno strumento di azione politica all’interno della sinistra italiana.
Ha chiuso i lavori Piero Fassino, che ha evidenziato come la riunione rappresenti essa stessa un atto politico, capace di imporsi a quelle frange estremiste che fino all’ultimo hanno tentato di impedirla. A tal proposito ha condannato fermamente la decisione del Senato accademico dell’università statale di Torino di ritirarsi dal bando di concorso indetto dal ministro dal ministero degli esteri e della cooperazione con le università israeliane. Ha poi ripercorso la nascita e gli obiettivi di Sinistra per Israele, sorta già dopo la Guerra dei sei giorni, per dare uno strumento a chi riteneva necessario difendere Israele nella sinistra italiana. Ricordato che il sionismo di Theodor Herzl nasce all’interno dei movimenti socialisti di fine 800, e che il rapporto fra gli ebrei e la sinistra è lungo e non privo di contraddizioni (come dimostrano le persecuzioni staliniste degli anni 50), ha sottolineato come Israele oggi sia una realtà democratica costruita sul modello occidentale e che Sinistra per Israele da sempre si batte perché si riconosca a due popoli di avere ciascuno il diritto ad uno Stato e a vivere in sicurezza, il che significa innanzitutto osteggiare qualsiasi forma di criminalizzazione dello Stato ebraico. Ha poi sottolineato come la guerra a Gaza, che certo può essere criticata in alcuni suoi aspetti e nelle sue modalità di conduzione, non può tuttavia essere in alcun modo paragonata all’attacco di Hamas del 7 ottobre, perché ciò equivarrebbe a mettere sullo stesso piano il bombardamento di Dresda con lo sterminio realizzata da Auschwitz o, detto altrimenti, equivarrebbe a mettere sullo stesso piano aggressore e aggredito. Ciò naturalmente non deve far dimenticare le enormi responsabilità di Netanyahu, che del resto nascono da lontano, cioè fin dall’assassinio di Rabin, e che passano per la colonizzazione della Cisgiordania o la pretesa di fare di Gerusalemme l’unica capitale dello Stato ebraico. In altre parole, ha spiegato Fassino, Netanyahu si oppone a qualsiasi prospettiva di pace, motivo per cui Sinistra per Israele deve sostenere un ricambio di leadership non solo in campo palestinese ma anche in Israele. Venendo alla situazione attuale, Fassino ha ritenuto che il cessate il fuoco debba essere condizionato alla liberazione degli ostaggi, la restituzione dei corpi, e a portare aiuto al popolo palestinese. Ha messo in guardia in inoltre dal rischio che le varie organizzazioni estremiste operanti in Medio Oriente, come il Fronte per la liberazione della Palestina, gli Houti e l’Iran si saldino in un movimento ostile non solo Israele ma all’intero Occidente. Ha evidenziato che nonostante l’aumento delle difficoltà a seguito del 7 ottobre, l’unica soluzione resta quella dei due Stati, soluzione che però oggi è più difficile, in quanto la pace può nascere solo da dove c’è fiducia, la fiducia che oggi manca. Infine, per quel che riguarda l’Europa, ha sottolineato come oggi Israele non guardi al continente europeo con fiducia, perché troppe volte gli Stati europei hanno dimostrato di non essere imparziali. Ritiene invece che sia necessaria per l’Europa non essere equidistante da Israele e dai palestinesi, ma praticare “un’equivicinanza”. In conclusione, ha auspicato che con la presentazione odierna del manifesto si avvii un’azione politica, culturale, pedagogica e formativa all’interno della sinistra e che Sinistra per Israele possa operare nel campo della sinistra con successo.
Oggi , 19 Marzo 2024 ore 18 a Palazzo Valentini
21 Marzo 2024 ore 21
Circolo Caldara , via De Amicis 17 , Milano
Il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso e le drammatiche conseguenze dell’operazione militare sulla popolazione palestinese hanno determinato una spirale che va immediatamente interrotta attraverso un accordo di cessate il fuoco che consenta la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e l’inoltro alla popolazione civile di Gaza, in condizioni di sicurezza, degli aiuti umanitari.
È la drammaticità degli eventi a imporre l’urgenza di una risposta razionale, progressista, tesa ad affermare il principio di una pace possibile, indispensabile per tutti i popoli della regione. La risposta che auspichiamo poggia su due ineludibili presupposti.
Il primo riguarda il giudizio sulla strage del 7 ottobre, che non viene dal nulla ma che, al contrario, si inscrive nella strategia di Hamas che, sin dal suo statuto fondativo, rifiuta ogni forma di compromesso e ogni prospettiva di pace, perseguendo la cancellazione dello Stato di Israele e predicando l’uccisione degli ebrei. Hamas tuttavia non rappresenta tutto il popolo palestinese. A maggior ragione la ricerca di una soluzione di pace va perseguita con determinazione.
Per rimettere in moto il percorso di pace — è il secondo presupposto — occorrono leadership credibili. Innanzitutto, è necessario che una rinnovata leadership palestinese dell’ANP — unico interlocutore per la pace oggi internazionalmente riconosciuto — superi le ambiguità che hanno concorso al fallimento degli accordi di Oslo. Così come sono essenziali un atteggiamento cooperativo del mondo arabo, sulla scorta degli Accordi di Abramo, e un impegno attivo dell’intera comunità internazionale, superando troppe inerzie. Allo stesso tempo, è necessaria una nuova leadership israeliana che creda nella
convivenza di due Stati per i due Popoli. Le politiche perseguite dal governo Netanyahu, la prosecuzione dell’occupazione della Cisgiordania, l’espansione degli insediamenti di coloni e il pervicace rifiuto della nascita dello Stato palestinese sono incompatibili con soluzioni di pace.
Anche per queste ragioni di stringente attualità, Sinistra per Israele — che fin dalla sua fondazione si è battuta per una soluzione di convivenza e di pace — ribadisce oggi i seguenti principi e obiettivi, rivolgendosi a tutti coloro che in questi mesi terribili condividono la nostra medesima urgenza.
2. Le radici di Israele affondano in una storia che i progressisti europei devono sapere riconoscere e valorizzare. Il sionismo è stato il legittimo movimento di liberazione nazionale e sociale del popolo ebraico e in esso sono vissuti e tuttora vivono i valori di uguaglianza, giustizia, liberazione umana della sinistra democratica e del progressismo. Vivono, come nella straordinaria esperienza dei kibbutz, il progetto e il sogno di una società più giusta, di donne e uomini liberi ed eguali. Soltanto la conoscenza delle radici di Israele può arginare i pregiudizi anti-sionisti e anti-israeliani che albergano nella società italiana, anche a sinistra e nel campo progressista, e che si manifestano attraverso forme antiche e nuove di delegittimazione, di ostilità, quando non di aperto antisemitismo.
3. Come per tutte le democrazie, il giudizio sullo Stato di Israele non deve coincidere con quello sul suo governo in carica. Israele è fin dalla sua nascita una democrazia fondata su valori liberali e progressisti, in una regione fortemente segnata da regimi autocratici. Anche le continue e straordinarie mobilitazioni della società israeliana testimoniano una robusta e radicata cultura democratica e la possibilità concreta di restituire a Israele una politica aperta a un vero processo di pace. Il più drastico giudizio sulle politiche di Netanyahu non può in alcun modo tradursi nella negazione del diritto all’esistenza dello Stato di Israele, né tantomeno nella colpevolizzazione degli ebrei che vivono in ogni parte del mondo.
Questo è il nostro impegno per la pace, oggi e sempre, per due Stati per i due popoli.
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Primi firmatari
Mario Ajello, Giorgio Albertini, Luca Alessandrini, Alessandro Alfieri, Giuliano Amato, Aldo Amoretti, Federigo Argentieri, Alessio Aringoli, Ernesto Assante, Corrado Augias, Ludina Barzini, Franco Bassanini, Luciano Belli Paci, Marco Bentivogli, Silvia Berti, Enzo Bianco, Massimiliano Boni, Daniele Bonifati, Anna Borletti, Enrico Boselli, Gianclaudio Bressa, Virginio Brivio, Ugo Caffaz, Riccardo Calimani, Anselmo Calò, Donatella Capirchio, Pierluigi Castagnetti, Fiorella Castelnuovo, Francesco Cataluccio, Alberto Cavaglion, Stefano Ceccanti, Luca Cefisi, Carlo Cerami, Franca Chiaromonte, Vannino Chiti, Francesco Clementi, Furio
Colombo, Paola Concia, Silvia Costa, Silvia Cuttin, Erica D’Adda, Cesare Damiano, Alessandro De Angelis, Andrea De Benedetti, Edmondo de Donato, Ariel Dello Strologo, Angelo Di Capua, Flavia Di Castro, Beppe Di Chio, Piero Fassino, Valeria Fedeli, Emanuele Fiano, Massimo Finzi, Giovanni Maria Flick, Anna Foa, Stefano Folli, Emilio Gabaglio, Paolo Giaretta, Siegmund Ginzberg, Silvia Godelli, Giorgio Gomel, Anna Grattarola Romano, Andrea Graziosi, Luca Jahier, Stefano Jesurum, Roberto Jona, Fiorella Kostoris, Marco Krivacek, Guido Laj, Linda Lanzillotta, Bruna Laudi (e il Gruppo di Studi Ebraici di Torino), Fabio Levi, Sara Levi , Fernando Liuzzi, Elena Loewenthal, Alessandra Longo, Andrea Lorusso Caputi, Luigi Maccotta, Victor Magiar, Simona Malpezzi, Claudia Mancina, Aurelio Mancuso, Enzo Maraio, Alessandro Maran, Marina Marini, Giacomo Marramao, Claudio Martelli, Virginio Merola, Gennaro Migliore, Adriano Musi, Daniele Nahum, Tommaso Nannicini, Sandro Nannini, Giulio Napolitano, Dario Nardella, Riccardo Nencini, Fabio
Nicolucci, Gabriele Nissim, Simone Oggionni, Alberto Pagani, Emmanuele Pavolini, Pina Picerno, Marco Pierini, Anna Piperno, Lia Quartapelle, Fausto Raciti, Mario Raffaelli, Umberto Ranieri, Mario Ricciardi, Christian Rocca, Mario Rodriguez, Andrea Romano, Fabrizio Rondolino, Lina Salmon, Mario Salmon, Michele Salvati, Ivan Scalfarotto, Gadi Schoenheit, Renata Segre, Daniela Tagliafico, Alessandra Tarquini, Irene Tinagli, Claudio Vercelli, Francesco Verducci, Walter Verini, Marco Vigevani, Luciano Violante, Tobia Zevi.
Roma, 6 marzo 2024
Hanno inoltre aderito
Paola Abbina; Daniela Abram; Massimo Salvatore Accolla; Elena Aga Rossi; Deborah Aghib; Roberta Agretti; Simone Aiolfi; Francesca Ajmar; Francesca Alatri; Clara Elena Albani; Ettore Albano; Roberto Albano; Sofia Albano; Claudio Alberti; Elena Alberti; Susanna Aldini; Paola Alicata; Gabriella Alù; Elena Alvino; Maurizio Amadori; Cesare Amati; Luca Amato Lazzaroni; Guido Ambroso; Fabrizio Amerelli; Giangiacomo Amoretti; Franco Angelico; Massimo Ankor; Rosella Annibali; Rapisardo Antinucci; Enrica Antonini; Rosa Antonucci; Paolo Anziani; Fabio Apicella; Gregorio Apicella; Simone Aprea; Pietro Aragona; Marilena Arancio; Annalena Aranguren; Gloria Arbib; Adriana Argentini; Francesco Argenton; Marco Armano Elio; Antonio Armellini; Giuliano Arnaldi; Giorgio Arras; Angiolina Arru; Carla Artefice; Manuela Ascoli; Maurizio Ascoli; Ornella Ascoli; Marco Ascoli Marchetti; Emilio Astesani; Roberto Attias; Daniela Atzeni; Paola Aurucci; Nicola Avigni; Alessandra Babighian; Alberto Bader; Carlo Baffert; Enrico Baglioni; Soimona Bagnato; Paolo Bagnoli; Fulvio Baldin; Cinzia Ballesio; Renzo Bandinelli; Dionisio Franco Barattini; Luciana Barbarano; Filippo Barberis; Lucia Barberis; Pietro Barbetta; Paola Barbetti-bohm; Laura Barbieri; Nora Barbieri; Zanobi Barducci; Umberto Barlassina; Andrea Baroncelli; Franco Baroni; Rosauro Baroni; Pietro Barrera; Susanna Barta; Elena Lea Bartolini; Riccardo Bartolini; Sandro Bartolomeo; Cesare Bassani; Giorgina Bassetti; Alessandro Basso; Gianni Battimelli; Giovanni Battistini; Luisa Battuello; Giuseppe Bayma; Mario Beghelli; Attilio Beghin; Jacky Behar; Filippo Bellandi; Anna Belli; Paolo Belli; Francesco Belluscio; Carlo Beltramino; Nino Bemporad; Luigina Benci; Folco Giovanni Bencini; Giovanna Benini; Pierpaolo Benini; Roberto Benini; Vittorio Hajime Beonio Brocchieri; Marina Berlinghieri; Paolo Bernacchioni; Giovanna Bernardelli; Carlo Bersani; Ugo Berti Arnoaldi; Daniele Bertino; Nicola Bertoglio; Barbara Bertola; Niccolò Bertorelle Mazzilli; Maria Cristina Betteghella; Fiorenza Bevilacqua; Donata Bianchi; Elisa Bianchi; Carlo Bianco; Paola Biasci; Vittoria Bigi; Paolo Birolini; Augusto Bisegna; Claudio Bises; Angela Bizzarro; Umberto Blasimme; Eva Boccara; Silvia Boccara; Giorgio Boccolari; Angelo Bolaffi; Riccardo Bonacina; Patrizia Bonanni; Luca Lorenzo Bonatti; Barbara Bonci; Athos Boncompagni; Mauro Bondi; Francesco Bonincontro; Fabrizio Bonino; Enrico Bono; Mino Bonomelli; Matteo Andrea Bonomo; Enrico Borg; Valeria Borgese; Aldo Borghesi; Stella Regina Borghi; Paola Borghini; Paolo Borrello; Paolo Borroni; Gianluca Bortoletto; Giorgio Bottiglioni; Eva Bovolenta; Bruno Maria Bracci; Claudio Bragaglia; Daniela Bragazzi; Francesca Brandes; Paolo Brandi; Marco Brando; Carla Brandolini; Giovanni Brauzzi; Gianmarco Brenelli; Alexandre Brentel; Giorgio Brera; Paola Bressan; Mercedes Bresso; Cecilia Brighi; Cristina Brioschi; Mario Brociner; Simona Brugnoni; Daniela Bruno; Danilo Bruno; Gabriella Brusa-zappellini; Edmondo Bruti Liberati; Daniel Buaron; Filippo Bucarelli; Marco Bucciarelli; Rosa Buono; Gian Domenico Burbassi; Anna Buscemi; Federico Buscemi; Giovanni Buscemi; Pietro Bussolati; Anastazja Buttitta; Annamaria Cabitza; Giovanni Cacciano; Franco Cacciatori; Alberto Cadeddu; Eva Caianiello; Eduardo Caiazzo; Patrizia Calcaterra; Paolo Calì; Carolina Calicchio; Avner Calò; Angelica Edna Calò; Giovanni Caloggero; Mirella Camarca; Arianna Camellini; Mattia Camellini; Adriana Camerini; Davide Camisa; Stefano Camisasso; Lia Cammeo; Marco Camorali; Fiore Camorino; Alessandra Campagnano; Massimo Campanino; Marco Campione; Salvatore Campo; Niccolò Camponi; Donata Campra; Marina Canale; Fredy Cancino; Mario Canfora; Rocco Antonio Cangelosi; Antonella Canova; Giorgina Cantele; Giovanna Cantore; Giovanni Canzio; Teodoro Capannelli; Leonardo Capannoli; Carlo Capelli; Marco Capoduro; Elizabeth Cappa; Francesco Capretti; Bruno Capurro; Antonio Caputo; Valentina Caracciolo; Daniela Carbone; Luciana Carbone; Maria Fabiola Cardia; Egidio Cardini; Pietro Carideo; Grazia Carifi; Corrado Carletti; Silvano Carli; Laura Carlotta Gottlob; Paola Carlucci; Monica Carollo; Antonio Carones; Lorena Carpi; Silvia Carrara; Luigi Carrera; Giuseppe Caruso; Sonia Caruso; Vincenzo Caruso; Antonietta Casalanguida; Manuela Casale; Elsa Casanova; Bruna Dora Cases; Marco Casonato; Sergio Casprini; Gim Cassano; Giacomina Cassina; Maria Antonietta Cassini; Carlo Castellani; Sergio Castelletti; Susanna Castelletti; Silvano Castelli; Carlo Catelani; Ines Catellani; Andrea Catena; Fania Cavaliere; Gina Cavalieri; Paola Cavallari; Marco Cavallarin; Emma Cavallucci; Adriana Cavarero; Carla Cavazzi; Wanda Cavecchia; Ludovico Cazzola Hofmann; Bruno Ceccarelli; Francesca Ceccherini Silberstein; Franca Cecchinato; Alberto Celli; Giovanni Matteo Centore; Renzo Ceola; Gabriella Ceracchi Fornaro; Alessandro Cerrato; Vincenzo Cerulli Irelli; Jose Alberto Ceruttt; Gianni Cervetti; Valeria Cervetti; Letizia Cesarini Sforza; Manrico Cesaro; Anna Cesselon; Mino Chamla; Maria Teresa Chialant; Marco Michele Chiauzza; Franca Chizzoli; Alessandro Ciancio; Massimo Cingolani; Gianuario Cioffi; Claudio Cippitelli; Maria Vittoria Cirillo; Stefano Cirillo; Graziella Cirri; Roberto Citterio; Luisa Cittone; Remo Cittone; Fulvio Chaim Ciucci; Carmela Ciulla; Luca Clara; Marcello Clarich; Listello Claudia; Giorgio Cocchi; Donato Cocuzzo; Giancarla Codrignani; Miriam Coen; Monica Coen; Olga Coen; Sabrina Coen; Maria Cogliati; Maurice Albert Cohen; Miriam Cola; Rita Colantonio; Antonio Michele Colantuono; Federica Colarieti; Chiara Maria Colombari; Mario Colombini; Ambrogio Colombo; Claudia Colombo; Marco Colombo; Ennio Coltorti; Michaela Colucci; Maria Grazia Comini; Fabrizio Comolli; Marian Comotti; Michele Concato; Davide Concilio; Claudia Conforti; Sandra Consarelli; Sergio Consigli; Pietro Contegiacomo; Aurora Contu; Daniele Coppin; Nadia Coppola; Andrea Cora; Maurizio Coradini; Luigi Corbani; Alberto Corcos; Patrizia Cordone; Riccardo Corona; Francesca Corradi; Lucia Corso; Gennaro Cortese; Franco Corti; Domenico Cortinovis; Luigi Corvaglia; Francesco Cosentino; Antonino Costantino; Umberto Costi; Luciano Cosuccia; Iolanda Covre; Rosanna Credendino; Giovanni Crema; Filippo Crescentinu; Edoardo Crisafulli; Alberto Cucco; Alberto Cuevas; Mattia Cugini; Gianni Cuperlo; Laura Curatolo; Massimo Cuzzolaro; Roberto D’incau; Giordano D’urbino; Daniele Dal Mas; Camillo Dal Verme; Franco D’alfonso; Massimo Dalla Torre; Antonio D’Andria; Moreno D’angelo; Ardemagni Daniele; Veronika Daprà; Elena Davoli; Stefano De Anseris; Davide De Bella; Alfredo De Bellis; Arnaldo Angelo De Benedetti; Giorgio De Benedetti; Ludovica De Benedetti; Luca De Benedictis; Rosa Maria De Benedictis; Alberto De Bernardi; Candida De Bernardinis; Maura De Bernart; Maurizio Giovanni De Bonis; Sandra De Castro; Maria Elisabetta De Gaudentis; Francesco De Giacomi; Celso De Lauro; Cristiano De Lorenzo; Diana De Marchi; Danilo De Masi; Angelo De Maso; Marie-françoise De Mendonça Faria Soares; Marinella De Nigris; Andrea De Pasquale; Daniele De Paz; Andrea De Petris; Paolo De Petris; Rosanna De Ponti; Roberta De Sanctis; Michele De Seneen; Michele De Simone; Enrico Deaglio; Samuele Marco Degradi; Gino Deho’; Vittoria Dehò; Fabienne Dejean Schwalbe; Alessandra Del Boca; Mauro Del Bue; Marco Del Ciello; Matteo Del Corno; Maddalena Del Gatto; Marina Del Monte; Ludovica Del Roscio; Pasquale Del Vecchio; Gadiel Dell’ariccia; Manlio Dell’ariccia; Micol Dell’ariccia; Fabio Della Pergola; Mara Della Pergola; Maria Chiara Della Pergola; Roberto Della Rocca; Tullio Della Seta; Massimo Della Valentina; Mirna Dell’ariccia; Marco Delvai; Adelia Denti; Romano Dentoni; Patrizia Deotto; Cinzia Derine; Tobia Desalvo; Giovanni Di Bartolo; Augusto Di Benedetto; Carlo Di Castro; Claudia Di Cave; Alessio Di Dio; Sabrina Di Giacomo; Roberto Di Giovan Paolo; Giuseppe Di Lena; Franco Di Leo; Franca Di Leonardo; Nina Di Majo; Enrico Di Mambro; Anna Maria Di Marco; Antonio Di Meglio; Bettina Di Nardo; Giuseppe Di Nardo; Silvia Di Nola; Piero Di Porto; Nicoletta Di Rocco; Anna Di Segni; Marcello Di Segni; Archita Francesco Di Serio; Andrea Di Veroli; Vinicio D’intino; Vittorio D’ippolito; Anna Dolfi; Francesco Donolato; Roberto D’ooriano; Giovanni Yanai Dossena-frank; Michel Dreifuss; Luca Dresda; Piero Duca; Guido Duiella; Daniele D’urbino; Antonio Duva; Martin Ebert; Ramad El’dib; Gabriella Ert; Peggy Eskenazi; Giulia Fabbretti; Gabriele Fabbrici; Fausto Facheris; Michele Fadda; Miryam Fadlun; Simone Falco; Anna Falco Dello Strologo; Luisa Faldini; Sabrina Faller; Dalia Fano; Gino Fantozzi; Silvia Fargion; Vittoria Ketty Fargion; Salvatore Fasano; Davide Fascio; Andrea Fassò; Mario Fasulo; Emma Fattorini; Sira Fatucci; Fulvia Fazio; Giancarlo Fazzi; Giorgio Valentino Federici; Giuliano Federici; Giuseppe Federici; Nicola Federici; Shirly Fein; Mauro Felicori; Andrea Felis; Andrea Fellegara; Manuel Felsani; Massimo Ferlini; Filippo Ferlito; Alessandro Ferrara; Paola Ferraresi; Margherita Ferrari; Enrico Ferrario; Fabrizio Ferrazzi; Giovanni Ferrero; Ilia Ferrero; Elio Ferrillo; Patrizia Ferrione; Luigi Ferro; Lidia Fersuoch; Tiziana M. Ficacci; Andrea Ficosecco; Giuseppina Fidilio; Maria Giuseppina Filingeri; Marco Filippa; Mario Filosi; Luca Finazzi; Lia Finzi; Rita Finzi; Graziano Fiordelmondo; Roberto Fiorentini; Daniele Fiorentino; Francesco Aldo Fiorentino; Mauro Fioroni; Daniele Fischer; Andrea Fishman; Giovanna Foa; Mario Fortunato; Marta Fragala’; Vespa Francesco; Giuseppe Franchetti; Letizia Franchetti; Alessandro Franchetti Pardo; Vittorio Franchetti Pardo; Damiano Franchetto; Alessandro Franco; Giovanni Franco; Luca Frappola; Amelia Frascaroli; Margie Friesner; Paola Friggeri; Sara Frizza; Emanuela Fubini; Paola Fubini; Andrea Alfonso Funzi; Ruggero Gabbai; Sara Gabbai; Paola Gabbrielli; Renato Gabriele; Francesca Gabrini; Ilaria Gadda Conti; Mario Gaeta; Lorenzo Gaiani; Massimo Gaidano; Alessandro Galatioto; Sergio Gallo; Franco Gallone; Giacomo Gambale; Riccardo Gandolfi; Valeria Gandus; Elisa Garfagna; Pupa Garribba; Massimo Gatti; Laura Gattullo; Cesare Gaudiano; Manlio Gaudioso; Francesco Gavilli; Marco Gay; Linda Gean; Monica Gemelli; Giuseppe Genovese; Sara Gentile; Angela Gerosa; Cecilia Ghelli; Maurizio Giancola; Libero Gianelli; Meucci Gianmichele; Luca Gianni; Marialetizia Gianni; Nicolò Gianotti; Barbara Giardini; Ada Gigli; Simone Giglioli; Gianfranco Ginelli; Delia Giolito; Marco Giordani; Chiara Giorgi Alberti; Flaminia Giorgi Rossi; Claudia Giove; Marco Giuliani; Gianpaolo Giuliano; Alessandro Golinelli; Sandra Golini; Eleonora Gorgati; Franco Gori; Giorgio Gori; Camilla Gotz; Alfonso Grassadonio; Daniele Grasselli; Monica Barbara Grassi; Maurizio Grasso; Andrea Graziani; Giorgio Greco; Monia Greco; Laura Greggio; Giovanna Grenga; Alberto Grenni; Caterina Grio; Elena Grondona; Marina Grossi; Gianni Gualberto Morelenbaum; Fernando Guarino; Cleo Guarna; Giulia Guarnieri; Angelino Guerini; Lorenzo Guerini; Alessandra Gulotta; Elisa Gusberti; Victoria Habib; Guido Haschke; Claudia Hassan; Leone Hassan; Luciano Hassan; Silvia Hassan; Dario Hayun; Simonetta Heger; Daniela Heimler; Guido Hermanin De Reichenfeld; Maurizio Illuminato Tessari; Gerardo Imbriano; Carla Incelli; Filippo Indovino; Mauro Invernizzi; Grazia Maria Ippolito; Michele Maria Ippolito; Sergio Israel; Donata Izzo; Michela Jesurum; Rachele Jesurum; Joseph Jona Falco; Toni Jop; Martino Kahan; Lia Krivacek; Giovanni La Croce; Stefania La Penna; Salvatore La Rosa; Maria Ornella Lai; Maurizio Landieri; Pietro Mario Landini; Enzo Lanza; Alexandra Lappon; Sauro Laranci; Alberto Lasagni; Umberto Lascar; Giorgio Latis; Flavia Lattanzi; Paolo Lattanzio; Alessandro Laudani; Giuseppe Lauri; Mario Lavia; Patrizia Lavia; Caterina Lazzarini; Marina Lazzati; Stefano Leandro; Maria Laura Ledda; Alberto Legnaioli; Roberto Lehmann; Franco Lenarduzzi; Giovanna Leoni; Alessandra Leproux; Luca Letizia; Alberto Levi; Giorgio Levi; Marta Levi; Roberto Levi; Tamara Levi; Susanna Levi Minzi; Sandra Levis; Maurizio Lichtner; Claudio Ligas; Benedetto Ligorio; Riva Lilette; Dennis Linder; Tommaso Lingeri; Nicolò Liparoti; Vittorio Liuzzi; Maurizio Lo Re; Antonio Lombardi; Michela Lombardi; Emilio Lonardo; Fabio Lopez Nunes; Patrizio Raphael Loprete; Tiziana Lorenzetti; Caterina Luceri; Pierluigi Luceri; Marina Lucidi; Andrea Luzi Ghisleri; Claudio Giuseppe Luzzatti; Maria Patrizia Maccotta; Marianna Madia; Renata Magarini; Ettore Maggi; Roberto Maggi; Massimo Maggiaschi; Alice Valeria Magiar; Rosa Magiar; Vittorio Maglia; Silvana Magnani; Emilia Magnarelli; Enrico Magnelli; Alessio Magnolfi; Franco Magnone; Emilio Maio; Gianluca Maiorano; Marisa Malagoli Togliatti; Elena Malaspina; Ilenia Malavasi; Antonio Malerba; Gabriella Malfatto; Armando Malta; Alfonso Mambella; Annalisa Michal Mambretti; Fausto Manasse; Mila Manasse; Stefania Manca; Paola Mancinelli; Luigi Manconi; Giulio Manfredi; Simone Manfredi; Benedetta Manghi; Eva Mangialajo Rantzer; Tito Mangialajo Rantzer; Daniela Manini; Fabio Manunza; Elfrida Manzella; Irene Manzi; Giacomo Manzoli; Enrica Mapelli; Ana Isvelia Marà; Tullia Marach; Dino Marchese; Giorgio Marchesini; Patrizio Marchetti; Piergaetano Marchetti; Sergio Marchi; Giuseppe Marcocchi; Esterina Marcovecchio; Fabrizio Marcucci; Massimiliano Marena; Romano Maria; Gianluigi Mariani; Giulia Mariani; Goffredo Mariani; Maria Cristina Mariani; Daniela Marigo; Edoardo Marinelli; Massimiliano Marinelli; Angela Marino; Annalisa Marino; Caterina Rosa Marino; Mariano M. Marino; Danilo Marinucci; Floriana Maris; Gianluca Maris; Chiara Marra; Sergio Marra; Tina Martelloni; Paolo Martinelli; Emilio Martini; Flavio Martino; Marco Marzano; Alvise Marzo; Antonello Mascia; Gianvito Mastroleo; Pietro Masturzo; Silvio Matalon; Annio Matteini; Marco Matteini; Giovanni Matteoli; Roberto Matteucci; Enzo Mattina; Cinzia Mattiucci; Giuliana Mattone; Pietro Maturi; Marco Mayer; Marco Mazza; Lucia Mazzoni; Giandomenico Me; Evelina Meghnagi; Giovanna Melandri; Maurizio Melani; Luciano Mele; Maurizio Melino; Alberto M. Melis; Graziella Meloni; Samuele Menasce; Paola Meneganti; Maria Luisa Meneghetti; Pier Giovanni Menicatti; Greta Menta; Fiorella Merante; Francesca Mercanti; Bruno Isaia Merlin; Mara Merlino; Claudio Francesco Merlo; Fausta Messa; Leonardo Messana; Salvatore Metrangolo; Giuliana Michelini; Leonardo Micucci; Daniela Midena; Marzia Miele; Sandra Mieli; Emanuela Migheli; Rosanna Migliore; Michele Migone; Gianstefano Milani; Anna Mileti; Enzo Minervini; Stefano Minin; Margherita Miserocchi; Roberta Miserocchi; Claudia Mizrahi; Santina Mobiglia; Raffaella Molena; Marco Moneta; Emanuele Marco Mongiovì; Roberto Montanari; Augusto Montaruli; Marco Montesso; Eugenia Monzeglio; Enrico Morando; Alberto Moreni; Armando Moreschi; Alessandro Moretti; Donata Moretti; Carlotta Morgana; Paola Morgante; Claudio Mori; Guido Mori; Maurizio Mori; Roberto Morini; Carla Morlotti; Daniele Moro; Andrea Moroni; Francesco Moroni; Marina Morpurgo; Andrea Morroni; Stefano Moscatelli; Nyranne Moshi; Marzia Motti; Fulvio Mozzachiodi; Anna Mozzo; Lucilla Musatti; Tullia Musatti; Vanni Musi; Niccolò Musmeci; Giuliano Vittorio Mussati; Federico Musso; Tommaso Autari Musso; Sabatino Mustacchi; Carla Muzi; Sergio Muzi; Giovanni Tomaso Muzio; Ilaria Myr; Emilio Nacamulli; Simona Nacamulli; Enrico Naccari; Alberto Nahmijas; Ferruccio Nano; Alesssandro Napoli; Hanna’ Nassisi; Angelo Natale; Sara Natale Sforni; Dahlia Nathaniel; Giovanni Neiman; Isabella Nespoli; Marina Nezi; Sandra Niccoli; Angela Nicolini; Emma Nicolosi; Piergiorgio Nicolosi; Antonio Nicosia; Carmelo Nigrelli; Elisabetta Nobiloni; Silva Nocentini; Livia Noris; Deborah Norzi; Paola Notari; Claudio Pietro Nuti; Eugenio Occhialini; Paolo Odasso; Alessandro Oderda; Carla Olivari Flick; Alessio Francesco Olivieri; Mario Ongaro; Melania Oppenheimer Di Leo; Elvira Orebi; Giovanni Orfei; Benedetta Origo; Gabriella Orlandi; Fulvio Orlando; Marisa Ostolani; Giovanni Oteri; Diana Ottolenghi; Patrizia Ottolenghi; Paolo Maria Ottone; Daniela Ovadia; Mauro Pacilio; Antonio Padoa Schioppa; Elena Padovani; Raffaele Padrut; Marco Pagani; Stefania Pagani; Simone Paganoni; Alessandro Pagliaro; Ivana Paisi; Paola Paladini; Paola Palazzi; Nicoletta Pallini; Giovanni M. Pallone; Laura Palmieri; Gaetano Palombelli; Alessandro Palumbo; Antonio Pandolfo; Giovanni Panettiere; Silvia Panichi; Giorgio Panizzi; Angelo Pappadà; Alessandro Pardini; Fabio Pari; Giulia Parini Bruno; Alessandro Paris; Augusto Parisi; Vito Parisi; Ferruccio Parri; Silvio Paschi; Riccardo Pasqualetti; Andrea Patanè; Lorenza Patriarca; Marisa Patulli Trythall; Pietro Paviotti; Vittorio Pavoncello; Claudio Pecora; Enrico Maria Pedrelli; Marco Pedretti; Egidio Pedroni; Giuseppe Pedroni; Giorgia Pellarin; Erica Pellegrini; Giuseppe Pellegrino; Vincenzo Pellegrino; Susanna Pellicci; Nelly Pepe; Marilena Permunian; Emilia Perroni; Donatina Persichetti; Paolo Peruzzi; Gloria Pescarolo; Oliviero Pesce; Gianluca Pessoni; Franco Peta; Raffaella Petrilli; Cosimo Petrolino; Claudio Petruccioli; Valeria Pezzi; Paolo Pezzino; Cesare Pianciola; Cinzia Piantanida; Elizabeth Picard; Oreste Picari; Donatella Picciau; Paolo Piccinini; Alberto Piccioni; Emanuela Piccioni; Maurizio Picciotto; Piero Piergiovanni; Paolo Pietrosanti; Simonetta Piezzo; Paola Pilati; Massimo Pinardi; Roberta Pinotti; Maiia R. Piovano; Federica Piperno; Livia Piperno; Marina Piperno; Rachele Laura Piperno; Rossella Piperno; Silvia Piperno; Stefano Piredda; Salvatore Pirino; Tano Pirrone; Domenico Pisanelli; Biagio Pisapia; Alberto Pisci; Rodolfo Pisoni; Franca Pistilli; Gabriella Pistone; Giovanni Piva; Luciana Pizzin; Elisabetta Pizzini; Stefano Pogelli; Arianna Poma; Anna Pompili; Deborah Pompili; Chiara Pontecorvo; Alessandro Porcelluzzi; Gianfranco Porcu; Luciana Porrino; Andrea Portaleone; Piero David Portaleone; Anna Maria Portera; Pier Paolo Portinaro; Julie Rebecca Poulain; Davide Pozzi; Maria Antonietta Pranteda; Carlotta Rebecca Praolini; Erika Prenner; Cesare Prevedini; Mariella Principato; Roberto Principe; Salvatore Prisco; Roberto Proietto; Vania Protti Traxler; Diana Puglisi; Davide Puntillo; Achille Quarello; Caterina Quareni; Antonio Quatela; Alessio Quintavalle; Davide Raba’; Giancarlo Rabbai; Gianmaria Radice; Daniele Radzik; Andrea Ragazzini; Giorgio Ragazzini; Massimo Ragazzini; Rodolfo Ragionieri; Alessandra Rambaldi; Antonella Rampino; Paola Rampoldi; Nadia Ranalli; Samantha Randi; Tito Rantzer; Renato Rapino; Fiorello Rathaus; Tobia Ravà; Vittorio Rava’; Anna Elisa Ravenna; Marcella Ravenna; Giuseppe Ravera; Roberto Reali; Guido Regina; Sarah Regina; Andrea Rényi; Aldo Repeti; Daniele Repetto; Edmondo Rho; Marco Riboldi; Claudio Ricci; Roberto Ricciuti; Paolo Rietti; Paolo Rigamonti; Massimo Rimoldi; Sara Rinaudo; Daria Ripa Di Meana; Gabriella Ripa Di Meana; Virginia Ripa Di Meana; Maria Chiara Risoldi; Sileno Rita; Carlo Riva; Franca Roberta Riva; Paolo Rocca; Giulia Rocchi; Roberto Rocciolo; Fabio Roda; Gianfranco Rodano; Luciano Roffi; Stefano Roffi; Francesca Rolandi; Marco Rolando; Andrea Rollin; Carlo Romagnoli; Scilla Roncallo; Barbara Ronchetti; Emanuele Ronchetti; Maddalena Ronconi; Carla Roscioli; Nicola Rosselli; Mia Rossetti; Alessandra Rossi; Ivo Rossi; Marcello Rossi; Maria Carla Rossi; Stefano Rossi; Alessandro Rosso; Maurizio Ruben; Fabiola Ruggieri; Susan Runeckles Ciancio; Rita Russo; Maria Gabriella Rustici; Chiara Sabatini; Oreste Sabatino; Ada Sabattini; Alberto Sabbadini; Manuela Sabbadini; Mauro Sabbadini; Miriam Sabbadini; Andrea Sabbatini; Viviana Saccani; Adolfo Sacchetta; Emanuela Sacchi; Laura Lea Sacerdote; Andrea Sacerdoti; Giorgio Sacerdoti; Michele Sacerdoti; Silvio Sacerdoti; Claudio Sagoleo; Franca Salina; Mariolina Salio; Sergio Salomone; Bruno Salvatici; Renzo Salvatici; Stefania Salvio; Stefano Sancio; Massimo Sandri; Ilda Sangalli Riedmiller; Valeria Sannucci; Anna Rosa Santi Villari; Simonetta Santini; Simone Santucci; Daniela Santus; Annamaria Saponara; Michele Sarfatti; Piera Sassaroli; Sandra Sassaroli; Enrico Sasson; Giulio Saturnini; Antonio Savoia; David Sbardella; Claudio Scaccianoce; Augusto Scacco; Giorgio Scanu; Giuliano Scappi; Antonio Scaramuzza De Marco; Irene Scarpati; Pietro Scarpulla; Bruno Scazzocchio; Lionella Scazzosi; Mario Scazzosi; Regina Schapirer; Augusto Schieppati; Luisella Schreiber; Nicolas Schwalbe; Ariela Sciunnsch; Maria Eugenia Sciuto; Marinella Venera Sciuto; Simona Scolari; Silvia Scota; Angela Scozzafava; Marzio Scudino; Delia Rina Sdraffa; Stefania Sebastiani; Luisa Secondo; Domenico Segna; Emanuele Segre; Guido Segre; Lia Segre; Patrizia Segre; Vera Segre; Andrea Selis; Filippo Sensi; Giacomo Tiberio Sepe; Patrizia Serafini; Riccardo Serafini; Flavio Serato; Marina Sermoneta; Mirella Serri; Claudio Sestieri; Analia Setton; Ileana Sforni; Rosanna Sgaravato; Carlotta Sgubbi; Livia Shamir; Shel Shapiro; Edmon Shimon; Fiorenzo Sicuri; Enrica Signorelli; Barbara Silvera; Maria Silvera; Livio Sirovich; Guido Snichelotto; Paolo Soddu; Loredana Soderini; Francesco Somaini; Rodolfo Soncini Sessa; Giovanni Carlo Sonnino; Graziano Sonnino; Giovanni Sora; Lorenzo Sornaga; Marco Sornaga; Sabina Sornaga; Andrea Spadaccini; Mirella Spadini; Ottavio Spiazzi; Luigi Spina; Giovanni Staiano; Alessandro Starnini; Marco Steiner; Maria Teresa Stiffan; Oliviero Stock; Igor Stojanovic; Tiziana Strabello; Elettra Stradella; Ivano Strizzolo; Paola Suardi; Ida Sznajder; Gian Giacomo Tabet; Antonio Tagliacozzo; Franca Tagliacozzo; Lia Erminia Tagliacozzo; Luciano Tagliacozzo; Sergio Tagliacozzo; Annamaria Tagliavini; Carlo Tanara; Aldo Tanchis; Gustavo Tani; Fausto Tanzarella; Ugo Targetti; Francesco Tarquini; Luciana Tartaglia; Patrizia Tauber; Sonia Taurino; Dante Tazza; Giuliano Tedesco; Alexander Tenenbaum; Mariateresa Tenore; Elena Teolis; Mauro Terlizzi; Claudia Terracina; Roberta Terracina; Benedetto Terracini; David Tesoriere; Daniela Testa; Antonio Testini; Antonella Tiburzi; Desi Tinelli; Marco Tinti; Nereo Tiso; Maurizio Titton V.; Massimo Tivegna; Fioralba Todo; Rossella Todros; Marco Gabriele Tofani; Emilio Antonio Alessandro Tomei; Giorgio Tonini; Francesca Torchi; Enrico Torchia; Anna Tornati; Donatella Torre; Tiziana Tosi; Matteo Tosin; Massimo Tramontin; Vittorio Tranquilli; Massimo Trebitsch; Alberto Trenini; Benedetta Treves; Giuseppe Trifilò; Paolo Trovato; Thomas Trovato; Maria Trozzo; Corrado Truffi; Giorgio Tulli; Elisa Carmen Turone; Fabio Turone; Mauro Ugazio; Piervincenzo Uleri; Nicoletta Umano; Anna Maria Uncini; Monika Unger; Luca Urbinati; Graziella Uziel; Lilj D. Uziel; Antonella Vacca; Marzia Vaccari; Danilo Vaccaro; Chiara Vaggi; Maurizio Vais; Paolo Maria Vajani; Alessandro Valabrega; Enrica Valabrega; Stefano Valabrega; Adriana Valabrega Tedeschi; Rosella Valcarenghi; Miriam Valdameri; Catia Valentini; Alberto Vallarin; Guido Valli; Cecilia Valmarana; Vincenzo Valori; Giorgio Van Straten; Luigi Vanni; Ugo Vanni; Claudio Varini; Gianfranco Varvesi; Marisa Vassallo; Laura Vasta; Andrea Vecchia; Serena Veggetti; Claudio Velardi; Milka Ventura; Piero Ventura; Sandro Ventura; Alessandra Vercesi; Orio Vergani; Giancarlo Veronese; Silvano Veronese; Miriam Vertes; Sara Vescovi; Severino Vettorato; Sergio Patterio Vettore; Luca Vettorello; Maurizio Vianello; Aurelio Maria Vicari; Cosima Vicari; Giuseppe Paolo Vigano’; Stefania Viglianesi; Ottavio Viglione; Ilaria Villa; Tiziana Villa; Giorgia Villa Galatioto; Carla Villagrossi; Paolo Villani; Francesco Villano; Luigi Viola; Mauro Viola; Stefano Viotto; Carlo Visco Gilardi; Paola Vita Finzi; Micaela Vitale; Ariodante Vitali; Fabrizio Vitali; Francesco Vitari; Vittorio Viterbo; Carlo Vitti; Piero Vitti; Aglaia Viviani; Rosella Vivio; Marco Volante; Paolo Volterra; Alberto Voltolini; Susanna Voltolini; Isabella Weiss; Beniamino Weiss Levi; Raùl Wittenberg Cohn; Marina Wolff; Orith Youdovich; Antonio Zaccagnino; Eleonora Zaccarelli; Franca Zacchei; Mario Zaccherini; Giuseppe Zambon; Paola Zamboni; Giuseppe Zammito; Sandra Zampa; Walter Zampieri; Michele Zampino; Isidoro Zandonà; Mariella Zanetti; Stefano Zani; Stefano Zanini; Flavio Zanonato; Roberta Zarfati; Claudio Zecchi; Buni Zeller; Mario Zerbini; Alberto Zevi; Giovanna Zincone; Nicola Zingaretti; Marcello Zinola; Catia Zironi; Francesco Zito; Marinella Zonta; Carlo Vittorio Zucca
Aggiornato alle 15 del 5 Giugno 2024
Stefano Jesurum Pubblicato in Idee il 07/03/2019 – 30 אדר Sicurezza vuol dire periferie dove...
Di Fabio Nicolucci 31 Maggio 2019 , pubblicato su Il Mattino Sette settimane fa, Netanyahu aveva aff...
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